Lo shiatsu fu ideato all’inizio dello scorso secolo in Giappone da Scitzuto Masunaga, e prevede, attraverso l’uso delle mani dei pollici e dei gomiti, prevalentemente, ma anche con altre parti del corpo, l’applicazione di pressioni calibrate ed orientate sui “meridiani” che attraversano il corpo umano.
Sulla base della medicina tradizionale orientale, lo scopo primario di un trattamento shiatsu è quello di rimuovere eventuali blocchi energetici e ripristinare il libero fluire del QI ovvero dell’energia contenuta nei meridiani energetici che fanno rassomigliare il corpo umano a un macro cosmo in miniatura. Sempre secondo la medicina orientale la patologia nasce da un protratto disequilibrio energetico che può originare da fattori esterni come quelli climatici o le cattive abitudini alimentari ma più spesso dalle emozioni che l’individuo prova, tra quali la paura o l’ira, la gioia incontrollata o l’incapacità di affrontare la vita e di fare quindi qualunque tipo di scelta.
Appare quindi evidente che la concezione occidentale “olistica” secondo cui il corpo umano è costituito da “psiche e soma” male si adatta alla medicina orientale che da secoli considera queste due parti un tutt’uno risultando quindi molto importante imparare a controllare le proprie emozioni e ripristinare continuamente il libero fluire del “QI” che viene interrotto, o alterato, ogni volta che ciò lo turba.
Se ben riflettiamo, anche nel mondo occidentale sono diffusi modi di dire quali “restare sullo stomaco”, “non aver digerito un evento”, “… mi farai morire…”.
L’incredulo mondo scientifico occidentale è riuscito a dimostrare, forse suo malgrado, che per quanto i “meridiani energetici” non abbiano una struttura fisica esistono e seguono il percorso che 5.000 anni fa i cinesi erano riusciti ad identificare.
Lo shaitsu è utile: ogni qualvolta vogliamo regalare a noi stessi un’ora di totale relax staccandoci dalla quotidianità caotica e frenetica per restituire serenità alla nostra mente e quindi al nostro corpo.
Un corpo in equilibrio energetico non necessita di trattamenti mirati o frequenti ma piuttosto costanti nel tempo che possono quindi ridursi ad una cadenza quindicinale o mensile. Così facendo manteniamo il nostro livello energetico in buono stato.
Lo shiatsu è utile come supporto alle terapie tradizionali: in caso di una patologia conclamata o in fase di evoluzione, trattamenti più serrati nel tempo, quindi settimanali e mirati, possono recare giovamento soprattutto mentale, favorendo la reazione dell’organismo o l’accettazione di uno stato patologico oramai conclamato.
Comunemente si utilizza il termine massaggio riferito al trattamento shiatsu, ed in un certo senso è un termine appropriato. Infatti l’operatore mantiene costantemente un contatto fisico con il ricevente e questo dovrebbe risultargli confortevole e appagante.
Purtoppo nel linguaggio comune al termine massaggio si conferisce, con maggior facilità, un significato limitato all’esclusiva manipolazione muscolare.
Lo shiatsu, anche quando non è mirato ad agire su precisi meridiani, non implica una manipolazione meccanica del corpo ma piuttosto un riequilibrio interno a volte più profondo di quanto il ricevente non sia consapevole e per tanto il termine trattamento assume una valenza più adeguata.
Lo Shiatsu è oramai parte integrante di una realtà culturale specifica che considera la salute non solo come mantenimento delle funzioni vitali, ma come percorso di crescita personale atto a relizzare un benenssere personale che influenza unitariamente il corpo, la mente e lo spirito.
In Italia è praticato da migliaia di operatori che attraverso il loro lavoro hanno ampiamente dimostrato la sua applicabilità su adulti, anziani, bambini, in ogni condizione sociale e in ogni campo di attività.
L’Operatore Shiatsu opera secondo sequenze e modalità relative alla particolare struttura e situazione energetica del ricevente, valuta le condizioni del qi/ki e ne facilita il flusso seguendo specifici criteri di riequilibrio energetico. L’Operatore shiatsu si forma in un percorso pluriennale, come minimo triennale, in cui l’acquisizione degli elementi tecnici, teorici e percettivi è strettamente e costantemente collegata alla pratica.
La formazione professionale dell’Operatore Shiatsu è originale e autonoma, riconosciuta da organismi e associazioni professionali, prodotta dalla compresenza di specifici elementi tecnici e culturali che sono oggi patrimonio soltanto di quanti fanno ricerca in questo campo e che praticano tale professione. L’iscrizione ad una associazione professionale attesta la serietà e la veridicità del percorso formativo professionale.